Terremoto nell’Esecutivo comunale di Paradiso: il municipale Stefano Magnoli, eletto lo scorso aprile nella lista Lega-UDC e Indipendenti, nel tardo pomeriggio di ieri ha annunciato ufficialmente le proprie dimissioni. La notizia è stata confermata dal portavoce della Lega Fabio Degli Antoni. Al suo posto dovrebbe ora subentrare Antonio Caggiano, presidente della locale sezione Lega dei ticinesi-UDC-Indipendenti.
Entrato a far parte del Municipio la scorsa primavera, Magnoli si era visto affidare la responsabilità di un solo dicastero, quello del cimitero, com’era accaduto in passato al suo predecessore Gianni Bergomi e come si era verificato per la collega socialista di Torricella-Taverne Amalia Mirante. La polemica non si era fatta attendere, sebbene a livello di legge non vi fossero grandi spazi di manovra contro una decisione presa a maggioranza dal Municipio, come dimostrato in passato dalla decisione del Consiglio di Stato che aveva respinto il ricorso di Bergomi contro la decisione dei colleghi di affidargli solo la responsabilità del camposanto.
Ma le polemiche non si erano fermate qui. Nel contempo il municipale aveva anche segnalato, insieme al proprio gruppo, presunte irregolarità che sarebbero avvenute durante le operazioni di spoglio delle schede giunte per corrispondenza: spoglio che sarebbe avvenuto senza la presenza dei delegati ai seggi in occasione delle votazioni di aprile. La maggioranza dell’Esecutivo di Paradiso, ossia PLR, PPD e PS, aveva però rinviato al mittente le accuse, e di conseguenza la sezione Lega-UDC-Indipendenti aveva presentando un ricorso al Tribunale amministrativo cantonale, senza avere fino ad oggi ottenuto esito. E probabilmente anche per questo motivo il municipale leghista, con le sue dimissioni, avrebbe deciso di dare un segnale all’autorità.
Come detto, in Municipio dovrebbe subentrare Antonio Caggiano . «Abbiamo ottenuto il 23% dei suffragi ed è giusto che il gruppo Lega-UDC-Idipendenti sieda in Municipio – ci dice l’interessato – prima voglio però parlare con Magnoli per conoscere le sue motivazioni. Di lamentele in questi mesi ce ne sono state parecchie, ma non pensavo fino alle dimissioni».