Nei giorni scorsi ho preso posizione nei confronti di un candidato del PS per il suo comportamento durante la trasmissione “Sotto a chi tocca”, nella quale i candidati al Gran Consiglio sono stati gentilmente invitati per presentare se stessi e le loro posizioni politiche. E oggi ho letto, con il sorriso, alcune risposte che ovviamente mi aspettavo. Non voglio perdere tempo a controbattere nello specifico, sarebbe veramente inutile.

Ho mosso i primi passi in politica nel 1996 come Consigliere comunale leghista a Pambio-Noranco. Ho iniziato accanto al grande Pablo Foletti, che aiutò noi giovani di un tempo a credere nella politica intesa come impegno a favore del prossimo. So benissimo quali siano i valori e gli ideali della Lega, mi appartengono da sempre e li porto avanti con grande orgoglio.  La Lega nasce come partito di opposizione, dalla rabbia e dall’impotenza nei confronti dei politici arroganti, per denunciare gli intrallazzi della politica e delle istituzioni, per mettere in primo piano il bene dei cittadini. E spesso, per dare spazio ai propri principi e alle proprie idee, ha dovuto far uso di un linguaggio forte e a volte anche provocatorio.

Credere in tutto questo significa non poter accusare di maleducazione chi si comporta da maleducato senza mostrare rispetto per l’ospitalità ricevuta? Per me no, assolutamente. Un politico che prende posizione, con forza e con toni anche molto accesi, nei confronti di una tematica sociale e politica è ben diverso da una persona che si pone con arroganza e maleducazione in un contesto in cui viene ospitato. È strano dover sottolineare questa basilare differenza.

Io sono Leghista da sempre, ma sono anche un imprenditore, un presidente di calcio, una persona. E porto avanti i principi della Lega, in cui credo fermamente, attraverso il mio linguaggio, la mia sensibilità, la mia educazione e il mio personale modo di intendere la dialettica politica.